Addossata all'obelisco più alto di Roma, davanti alla Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Giovanni in Laterano, questa storica fontana merita una piccola menzione. Già è interessante notare come nella Città Eterna sia molto facile avere elementi architettonici di diversi periodi ed epoche che compongono un unico, grande monumento (come nel caso di un altro obelisco). In questo caso, poi, non solo la monumentale opera realizzati dagli antichi egizi è interessante, perché anche questa fontana, in realtà, ha molto da dire. Durante un tour mi ci si soffermo sempre, perché anche questo elemento può regalare storie e tradizioni molto particolari.
Realizzata agli inizi del Seicento, forse su progetto di Domenico Fontana (colui che curò il progetto degli edifici che ruotano attorno a Piazza di San Giovanni in Laterano) o Flaminio Ponzio (architetto di fiducia dei Borghese), la fontana è rialzata da tre gradini rispetto al piano di calpestio, e consta di un largo bacino fiancheggiato da due draghi i quali, con l'aquila sovrastante vanno a comporre lo stemma araldico dei Borghese. La fontana è anche incorniciata da due dadi di travertino e due grandi volute ai lati. Da incisioni dell'epoca veniamo a sapere che la fontana aveva anche una statua raffigurante San Giovanni Evangelista ed alcuni gigli, elementi che però furono distrutti da un fulmine che, nell'Ottocento, colpì in particolare la scultura, decapitandola. La fontana è, inoltre, legata ad una storica tradizione, oggi caduta in disuso, che aveva il suo culmine il 24 Giugno, festa di San Giovanni. La notte del 23 si pensava, infatti, che Roma fosse invasa da streghe, intente a girovagare per la città in cerca di anime. Il popolo si riuniva soprattutto a San Giovanni, per pregarlo di scacciar via le malefiche creature. Con trombette, trombettine e tamburi, inoltre, la popolazione usava fare un gran baccano per tentare di scacciare le streghe, impedendo loro anche di raccogliere erbe che avrebbero usato per gettare malefici. E tradizione volle che, spesso e volentieri, era meglio lavarsi le mani con l'acqua di questa fontana, per essere protetti dalla malvagità delle streghe.
Ecco dunque spiegato il motivo per cui una semplice fontana come questa, con quattrocento anni alle spalle, porta con sé un carico enorme di tradizione popolare, quasi folcloristica. Fa quasi sorridere pensare alla sua estrema vicinanza con un simbolo sacro e cristiano per eccellenza: il vicino, e monumentale, Battistero (qui potete saperne di più). Qui l'acqua è utilizzata per ben altri scopi, certamente, ma dopotutto rimane il fatto che, come nel caso della fontana, questo prezioso liquido sia sempre portatore di benessere, in un certo qual senso. Quante cose può raccontare una semplice fontana di Roma che, oggi, è completamente soverchiata da un grandioso obelisco. Ma anche le cose piccole contano...