Ecco un’immagine che ricostruisce una peculiarità della Basilica di San Pietro di Roma, che da circa 1600 anni campeggia fiera e gigantesca in una piccola vallata, oggi impercettibile, situata tra il Colle Vaticano ed il Gianicolo. Qui vediamo una Piazza San Pietro senza il suo classico colonnato, opera celebre e geniale del Bernini. Ma ciò che più stupisce, per chi ha l'occhio allenato, sono i due campanili che abbelliscono la facciata della basilica, la cui enorme mole in parte rovina l’armonia dell’intera struttura. Infatti fu con essa che, ufficialmente, la grande Basilica di San Pietro in Vaticano fu completata, dopo però più di un secolo di modifiche in corso d’opera, stravolgimenti dei progetti, cambi d’idea di artisti ed architetti vari. Ed a volte il risultato di tutto ciò può essere poco armonioso.

Già il Maderno, comunque, ultimo architetto a mettere mano al corpo centrale della basilica, si preoccupò di ingentilire l'enorme facciata aggiungendo due campanili, che subito però portarono più problemi che altro. Probabilmente a causa di problemi strutturali, ma anche, forse, per mancanza di fondi, la realizzazione delle due torrette laterali si interruppe, così come i lavori. Solo dopo alcuni anni, un artista di indubbia fama riprese il progetto, spinto dalla voglia papale di portare a termine un'impresa titanica, che trovò la sua completezza nell'inaugurazione della basilica del 1626 (dopo addirittura 120 anni dalla posa della prima pietra). Il Bernini, infatti, fu chiamato da papa Urbano VIII nel 1637 a dirigere la Fabbrica di San Pietro, l’ente che da più di un secolo sovrintendeva ai lavori ed al cantiere inerente la basilica. Bernini seguì le indicazioni pontificie, per cui i campanili dovevano essere eretti ai lati della facciata, in modo da ingentilirla e rendere più armonica, così anche da diminuire e depotenziare le critiche piovute a seguite della realizzazione della facciata. Il genio del Barocco, dunque, riprese in parte i lavori cominciati già da Maderno ed interrotti sia a causa della morte di quest’ultimo sia, purtroppo, per problemi a livello geologico rilevati subito dopo l’inizio dei lavori. Bernini dunque riprese in parte i progetti del Maderno, modificandoli però in modo disegnando due alti campanili di tre piani ciascuno, un modo per dare verticalità alla facciata e renderla memo massiccia all’osservatore. Già nel 1641 il campanile meridionale fu completato ed inaugurato solennemente il giorno dei santi Pietro e Paolo, ma purtroppo Bernini non ebbe quell’appoggio né supporto sperato.

Nonostante gli sforzi profusi ad Urbano VIII non piacque per nulla la nuova torre campanaria, poiché la trovò troppo esile, andando dunque contro le  intenzioni berniniane. Non solo, poiché a preoccupare maggiormente ci furono le numerose crepe, ben visibili, che il pontefice fece notare all’architetto, crepe presenti soprattutto sulla facciata della basilica, all’altezza del basamento del campanile. A causa delle numerose critiche, ed anche perché nel frattempo Bernini si buttò anima e corpo nel progetto del magnifico baldacchino in bronzo posto ancora oggi all’interno della Basilica di San Pietro, i lavori sui campanili furono interrotti in attesa di tempi migliori. Essi, purtroppo per l’architetto, non arrivarono mai in quanto con l’elezione di Papa Innocenzo X Pamphilj il vento spirò sfavorevolmente al Bernini, il quale dovette anche subire l’onta della distruzione dei campanili, avvenuta nel 1644, sopraggiunta su decisione pontificia a seguito di rilievi tecnici e statici promossi da Borromini, rivale del Bernini. Una parentesi non felice, dunque, per il maestro del barocco, il quale nella sua brillante carriera subì, anche, una piccola sconfitta.

P.S. Credit photo Roma Ieri Oggi