
Ci troviamo nuovamente alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma di fronte, stavolta, ad uno dei capolavori di Alberto Burri, artista italiano attivo, soprattutto, negli anni ’50 e ’60 dell’ultimo secolo. Prima di leggere questo articolo è tempo, per voi, di lasciare indietro ogni tipo di pregiudizio e l'immagine mentale stessa che avete di arte.
Tralasciando l’idea che si possa avere di arte o meno, e tralasciando i giudizi estetici (assolutamente legittimi), la domanda che uno si può porre è una: di cosa si tratta? Quello che vedete di fronte a voi, intitolato "Grande Rosso", è semplicemente plastica rossa bruciata, una tecnica molto cara a Burri. L’artista seguì il filone materico che irruppe nella storia dell’arte in quegli anni: non bastava più una semplice tela né semplici figure. L’artista volle elevare ad opere d’arte anche materiali a noi comuni, come la plastica o la juta, altro elemento molto caro a Burri. Pensiamo ai collage di Picasso o ai ready made di Duchamp. L’oggetto comune si fa arte, spesso rendendo le tele dei pittori (rimanendo alla pittura), qualcosa di più di semplici superfici colorate.
Come in questa occasione, Burri squagliò letteralmente della semplice plastica, utilizzando la fiamma ossidrica. Notiamo i segni, totalmente naturali, lasciati dalle bruciature e dall’azione del fuoco. Il colore rosso intenso deriva, inoltre, dal processo di combustione della plastica. Un elemento industriale che, in maniera naturale, è capace di creare nuove forme e colori, rendendosi opera d’arte. Burri rese protagonista assoluto un materiale a cui noi mai pensiamo, qualcosa a cui non diamo importanza. Ma anche un qualcosa legato alla nostra quotidianità. Inoltre, in un certo qual modo, Burri volle dimostrare come la plastica fosse malleabile, plasmabile e trasformabile come lo era il marmo per gli artisti del Rinascimento o, soprattutto, del Barocco.
Insomma, come il quotidiano, l’oggetto ed il materiale non pittorico divengono gli unici protagonisti, in un contesto artistico completamente nuovo e rivoluzionario. Siamo abituati a considerare la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma come un contenitore di novità assolute per una città così radicata nella storia come l'Urbe, un museo sicuramente ricco di interessanti opere d'arte di grande spessore realizzate da artisti famosissimi come Burri o, ad esempio, Gustav Klimt (clicca qui per saperne di più). Fantastico!