
Ecco qualche foto della straordinaria Chiesa dei Santi Luca e Martina al Foro, nei pressi dell'Arco di Settimio Severo, visitabile solamente il sabato mattina. Spesso non si fa caso alla bianca facciata di questa chiesa, così vicina alle meraviglie archeologiche offerte dal Foro Romano di Roma. Ma credetemi, vale la pena entrare anche solo per pochi attimi qui dentro. Siamo, infatti, davanti ad nn luogo di culto cristiano il cui nucleo originario fu realizzato da papa Onorio I nel VII secolo, e che è legato a doppio filo alla celebre Accademia di San Luca. Di cosa si tratta?
L'Accademia di San Luca era una sorta di corporazione sorta alla fine del Cinquecento per volere di Federico Zuccari, pittore molto attivo a Roma in quel periodo (ed anche un uomo dallo spirito eclettico, come dimostra il progetto di un edificio molto particolare qui nella Città Eterna). La sua missione principale fu quella di elevare il ruolo dell'artista, e del pittore in particolare, da mero artigiano a qualcosa di più. Un vero professionista, un uomo degno di fiducia a cui dare incarichi anche importanti, una figura sociale che doveva avere il giusto riconoscimento per i lavori che faceva, soprattutto per le classi più agiate. Fondamentalmente, qualche anno prima fu il genio di Michelangelo a cambiare, per sempre, il ruolo del pittore nella società occidentale, rendendo l'artista qualcosa di più rispetto ad un "mero" artigiano. Per fare ciò, lo Zuccari dedicò l'Accademia a San Luca, nei primi del Seicento eletto patrono dei pittori poiché, secondo la tradizione, fu lui a fare il primo ritratto della storia della Vergine Maria. Ma veniamo a questa bellissima chiesa dai tratti marcatamente barocchi. Così come la vediamo oggi è il risultato del rifacimento di Pietro da Cortona, celebre architetto (ma anche pittore) di stampo barocco, che con il suo chiaro gusto scenografico completò la ristrutturazione dell'edificio, realizzando la bellissima cupola ma anche la tomba di famiglia. Grazie alle sue conoscenze altolocate (era molto in vista alla corte di papa Urbano VIII Barberini), ottenne il permesso speciale di costruire qui la tomba personale e di famiglia. Ma fu un evento storico a decretare il successo, ed il nuovo finanziamento, della chiesa.
Nel 1634, scavando al di sotto dell'altare centrale per cominciare i lavori preparatori per la costruzione della cripta sotterranea, gli operai sotto la guida del Da Cortona fecero una scoperta sensazionale: una cassa con una lamina incisa su cui vi era scritto "Qui giacciono i resti del corpo di Santa Martina". Una notizia bomba, che portò subito il pontefice ad allargare il portafogli ed a pagare fiori di quattrini per erigere una chiesa sopra la tomba di un martire, come era uso non solo all’epoca ma anche nei secoli precedenti. Per un luogo di culto cristiano poter ospitare delle reliquie, soprattutto se ritrovate in situ come in questo caso, significava un rinnovato prestigio, non solo religioso. Nel periodo della Controriforma infatti, che già da tempo aveva anche modificato lo stile artistico in generale alla fine del Cinquecento, in cui la Chiesa doveva recuperare anche consenso popolare, non ci poteva essere niente di meglio! Da quel momento, la chiesa sarà sempre ricordata come quella dedicata a Santa Martina e a San Luca, per commemorare come, per secoli, tale luogo di culto fosse l'edificio principale in cui gli artisti dell'Accademia di San Luca ed i loro princeps (titolo riservato ai più meritevoli, e di cui si fregiarono artisti come il Da Cortona o il Bernini) potevano discutere, lavorare, incontrarsi. Una chiesa dai mille volti insomma, non solo dalla bellezza architettonica ma anche dalla valenza politica e sociale.


