
Camminando per Via Giulia, a pochi passi dal lato posteriore di Palazzo Farnese, sulla sinistra scorgerete le caratteristiche forme della Fontana del Mascherone. Sappiamo tutti che Roma eccelle per la qualità delle proprie fontane, da quelle incredibilmente monumentali come Fontana di Trevi a quelle in po' più rustiche e particolari, come la Fontana dei Libri o quella del Facchino. Sicuramente anche questa qui a Via Giulia, però, vi sorprenderà. Per un motivo in particolare.
Probabilmente commissionata dalla famiglia Farnese (abbiamo il giglio, simbolo araldico per eccellenza della famiglia, a decorare la fontana), che in zona costruì una sorta di enclave, realizzando diversi edifici, la fontana fu completata nella prima metà del XVII secolo. Colui che la progettò, Girolamo Rainaldi, pensò bene di riutilizzare pezzi antichi per assemblare l'opera. Dopotutto la stessa storia di Roma imponeva a committenti o artisti di riutilizzare ciò che Roma antica offriva, fossero colonne, rilievi o come in questo caso, una vasca in granito. Una sorta di assemblamento completato da questo mascherone, appositamente scolpito quattro secoli fa, che però ricalca in pieno la cultura romana che usava maschere del genere per opere che avessero a che fare con l'elemento acqua. Dopotutto, i Romani stessi usavano personificare fiumi, laghi o interi oceani, descrivendoli come uomini anziani dalla lunga barba. E non dimentichiamoci come i tombini stessi, in alcuni casi, avevano la forma di una grande maschera come, ad esempio, nel celebre caso della Bocca della Verità! Una semplice fontana, dunque, ci mostra due aspetti interessanti della cultura romana: il riuso di materiale antico e la personificazione degli elementi naturali a opera degli antichi romani. Ma la vera peculiarità della fontana sta nel fatto che, secondo alcune cronache, dalla bocca del Mascherone non fuoriuscisse solo acqua, come effettivamente il progetto originario prevedeva. Pare che, per rimarcare la straordinaria ricchezza ed opulenza in proprio possesso, i Farnese riuscissero a far sgorgare del gustosissimo vino rosso! Immaginate quanto il popolino potesse essere contento, comprendendo che per tale gioia e divertimento dovevano ringraziare una famiglia che, al pari dei Borghese o Barberini successivamente, riuscirono a dare in volto a Roma grazie ad un loro membro eletto a pontefice.
Pensiamo infatti ad Alessandro Farnese, con il nome di Paolo III, diede un nuovo impulso alla vita romana, dando anche lustro alla sua famiglia. Da qui si arriva ad opere simili, con fontane che possono dare vino invece che acqua. Sembra di essere alla tipica sagra del vino a Marino, area non lontana da Roma, in cui ultimamente si fa sgorgare da una fontana pubblica un buonissimo vino, per la gioia dei partecipanti. Anche da questo particolare si evince quanto, da un certo punto di vista, molte famiglie nobili amassero mostrare la loro opulenza e ricchezza. Non solo commissionando grandiosi palazzi (per la realizzazione di Palazzo Farnese fu coinvolto anche Michelangelo, ad esempio), o decorandone gli interni con affreschi straordinari o sculture incredibili. No, poiché tutto il popolo doveva partecipare alla ricchezza della famiglia. E la Fontana del Mascherone di Roma è qui, da secoli, a ricordarcelo.