
Il complesso di Santo Spirito in Sassia è, sicuramente, un punto di riferimento per la sanità e la salute pubblica a Roma. Un edificio iconico, a pochi passi dalla Basilica di San Pietro, che è conosciuto come uno dei primi, se non il primo, vero, ospedale pubblico della città, fondato per volere di papa Innocenzo III agli inizi del XIII secolo. Incredibile come Roma sia capace di rendere storico ed interessante anche un ospedale, qualcosa che nella nostra mente non è subito associato a cultura, arte e bellezza. Non è certamente l'unico esempio in città, ma forse quello di Santo Spirito in Sassia è il meglio conservato. Seguite, dunque, la vostra guida turistica di Roma in questo nuovo viaggio.
L'edificio attuale, a parte qualche rimaneggiamento successivo, rispecchia il volere del pontefice Sisto IV (al secolo Francesco della Rovere), di rinnovare completamente Roma alla fine del XV secolo, dotandola anche di un ospedale che potesse essere, per l'epoca, moderno. Uno degli esempi della politica sistina della renovatio urbis, che tante gemme dell'arte partorì. Già da questo punto di vista si può notare la bella cupola con un tamburo ottagonale (il numero otto ritorna spesso nelle architetture sistine), ma ciò che davvero colpisce l'occhio è la cosiddetta Corsia Sistina. Purtroppo a ben pochi fortunati è permesso l'accesso a questo lungo corridoio affrescato dagli anni '70 del Quattrocento fino agli ultimi anni del Cinquecento. Un lavoro incessante insomma per un semplice corridoio i cui affreschi servirono ad affermare come papa Sisto IV (quello della Cappella Sistina per intenderci), fosse un vero e proprio Gran Fabbricatore, un uomo che ha modificato il volto di Roma con i suoi cantieri, i suoi restauri ed i suoi cambiamenti. Il ciclo di affreschi può essere suddiviso in tre fasi. La prima riguarda la fondazione stessa dell'ospedale, che prende il via nel momento in cui Innocenzo III, per evitare l'infanticidio continuo di quei bimbi abbandonati dalle madri e usualmente gettati nel Tevere pur di non farsi scoprire, inaugura la cosiddetta ruota degli esposti. Si tratta di un meccanismo girevole in legno che permette di lasciare un bimbo sopra di esso. Girando, questo meccanismo porta il bambino all'interno delle mura, senza che nessuno possa così vedere chi lo ha abbandonato dall'esterno. Poi la seconda fase delle pitture ci fa vedere infanzia e carriera di Sisto IV. Era ancora un bimbo quando venne avviato alla carriera ecclesiastica e quando entrò a far parte dell'ordine francescano. Anche a questo papa sono ascritti miracoli o, meglio, aiuti divini. In una scena si vede un Francesco della Rovere bambino aiutato dai Santi Antonio da Padova e Francesco, a cui la madre chiese molti voti per il figlio, che lo salvarono da un annegamento. Infine, tra gli affreschi, troviamo la morte e soprattutto una scena curiosa che possiamo denominare "Presentazione delle opere architettoniche di Sisto IV al Padre Eterno". Si vede il pontefice, inginocchiato e intento a pregare, davanti a Dio. Attorno alla figura del Papa vediamo ruotare le più grandi opere architettoniche volute da Sisto IV. Troviamo il modellino di Ponte Sisto, della Chiesa di Santa Maria della Pace o di Santa Maria del Popolo.
Vedete, dunque, quanto ricca è la storia di Santo Spirito in Sassia. Inoltre non ci dobbiamo dimenticare come l'edificio ospedaliero è figlio diretto delle numerosissime scholae che, nel corso dei secoli, e soprattutto nel Medioevo, sorsero attorno alla Basilica di San Pietro. Una schola non era altro che una comunità assistenziale, retta da persone di diversa provenienza geografica, che aveva come scopo primario quello di aiutare, in tutti i modi possibili, il pellegrino giunto a Roma, magari da terre lontane. Assistenza a tutto tondo per quei pellegrini che, stanchi e affamati, giungevano finalmente nell'Urbe, magari in occasione di un Giubileo. Un filo rosso che ci ricollega all'ospedale e all'Anno Santo che sta per inaugurarsi. Sicuro, quello di Santo Spirito in Sassia, non è un semplice ospedale!