
Certamente Roma è celebre per grandiose fontane (come la Fontana di Trevi), per basiliche posta sopra tombe di famosi santi (come la Basilica di San Pietro), o per il Colosseo, tanto per citare un monumento a caso. Ma la Città Eterna ha anche altro, qualcosa di inaspettato, alle nostre latitudini. Difatti, qui a Roma è possibile ammirare anche una piramide, sebbene di dimensioni più modeste rispetto a quelle in Egitto. Come mai? Seguite la vostra guida turistica locale per scoprire qualcosa in più su questo inusuale monumento.
In foto vedete la meravigliosa Piramide Cestia, questo il suo nome ufficiale. Costruita attorno al 12 a.C. per volere di un nobile romano, Gaio Cestio Epulone che, seguendo le regali orme degli antichi faraoni, volle trovare una degna sepoltura dopo la sua morte, questa Piramide non indica solamente quanto i Romani dell'epoca fossero fissati con l'Egitto! Era da poco, infatti, che il territorio africano era stato conquistato, con tutto il suo carico di fascino e mistero derivante dalla millenaria cultura e civiltà egizia. Dopo i turbolenti anni dell’unione, non solo politica, tra Marco Antonio e Cleopatra, fu il giovane Ottaviano a spuntarla, sconfiggendo l’esercito dei due amanti e sottomettendo ufficialmente l’Egitto. Così come oggi, anche due millenni fa la terra dei faraoni esercitava un fascino non indifferente, soprattutto agli di quei Romani antichi che avevano una cultura, una religiosità e spiritualità diversa da quella egizia. Non ci si deve sorprendere, dunque, se a seguito della sottomissione dell’Egitto Roma fu, letteralmente, invasa da manufatti provenienti da quell’area. Manufatti, divenuti ornamenta, che spopolarono nell’Urbe, soprattutto negli strati sociali più elevati. E c’è, dunque, chi arrivò anche a farsi realizzare una tomba in puro stile egizio, proprio come se si fosse dinanzi ad un faraone. E’ anche curioso notare come vi è un’iscrizione, originale, molto particolare che può essere ancora vista su di un lato della Piramide. Leggiamo, infatti, che secondo il testamento di Gaio Cestio Epulone la tomba sarebbe dovuta essere completata entro 330 giorni pena, per gli eredi, la perdita di tutta l’eredità. In particolare l’iscrizione recita “opus absolutum ex testamento diebus CCCXXX, arbitratu (L.) Ponti P. f. Cla (udia tribu), Melae heredis et Pothi l(iberti)”. Superfluo dire che, effettivamente, il monumento funebre fu completato in tempo utile. La Piramide Cestia, inoltre, per la sua peculiarità è divenuto un simbolo di Roma, anche per essere stata inglobata dalle Mura Aureliane. Sarebbe stato un peccato distruggerla per realizzare le difese di Roma, e circumnavigarla avrebbe costato un surplus in termini di fatica e costi. Meglio sfruttare la sua mole, e il fatto che le superfici del monumento funebre fossero lisce e non adatte a essere scalate, così da ottenere ulteriori vantaggi. Inoltre molte furono le storie e leggende sorte avente la Piramide come oggetto. Nel Medioevo, infatti, si credeva che questo strano monumento funebre fosse la cosiddetta Meta Remi, e cioè la tomba di Remo. Lo stesso Petrarca lo ricorda, in una sua epistola. Non è così, ma è sintomatico capire quanto la Piramide Cestia fosse centrale nella vita dell’Urbe. Ciò che in molti non sanno è, però, come sia possibile entrare in questa speciale tomba, cercando così di intuire come dovesse essere davvero la camera sepolcrale interna. Purtroppo, però, non è rimasto praticamente nulla di ciò che c'era originariamente, a partire proprio dal sarcofago del nobiluomo. Come testimonia il grande foro che si può vedere su un muro della piramide, nel corso dei secoli la stessa è stata una delle prede preferite dei tombaroli e dei cercatori di tesori, che scavarono un tunnel, in epoca medievale soprattutto, per accaparrarsi tutti i preziosi monili che, probabilmente, erano qui conservati. Il grande foro, oggi, è posizionato molto in alto rispetto al normale piano di calpestio semplicemente perché la Piramide Cestia, come molti altri edifici di epoca romana, era parzialmente ricoperta e sotterrata da detriti e sedimenti vari. Pertanto l'accesso alla Piramide, nel Medioevo, era più in alto rispetto al piano originale.
Non solo, poiché altre sono le testimonianze lasciate dalla persone che, per interesse o curiosità, hanno visto o visitato la Piramide Cestia. Parlo dei numerosi graffiti che, ancora oggi, sono visibili lungo le mura interne, graffiti o pitture risalenti a periodi ben posteriori rispetto all’antica Roma. Un piccolo gioiello che, nonostante tutto, ancora oggi riesce a mostrare l'opulenza, e anche l'originalità, di alcuni ricchi uomini di epoca romana.