
L’ipogeo di Via Livenza a Roma, a pochi metri dalle Mura Aureliane, stupisce ancora studiosi e non per il suo ricco apparato decorativo, i suoi colori, i suoi stucchi, i suoi simbolismi ed i suoi misteri. Un ambiente sotterraneo che contribuisce, in maniera decisiva, a farci comprendere come ciò che rende speciale la Città Eterna sia anche ciò che non possiamo vedere, ma solo immaginare.
Tale ambiente sotterraneo infatti, databile attorno al IV secolo d.C., fa parte dell’antico complesso funerario sulla Via Salaria. Qui però, più che che essere una tomba o un complesso mausoleo, pare essere qualcosa di più...solo che non sappiamo cosa! Si è avanzata l’ipotesi che questo ipogeo possa esser stato un Ninfeo, oppure un piccolo tempio sotterraneo, o ancora uno spazio segreto adibito a strani e sconosciuti riti! Nessuna risposta ancora sulla funzione di queste stanze sotterranee, che però affascinano ancora per ciò che vediamo sui muri: scendendo 9 metri sottoterra, infatti, subito l’attenzione ricade su finte transenne marmoree rossastre, incorniciate, che delimitano una profonda vasca rettangolare. Sappiamo, inoltre, che dalla vasca arrivava ed usciva un tubo in terracotta che serviva a trasportare acqua (da questo elemento l’ipotesi del Ninfeo). Ci sono però anche scene di caccia, con una bella Diana intenta a prendere una freccia dalla sua faretra, mentre dei cervi fuggono. Si nota la preponderanza di elementi naturali: erba, piante, alberi. Queste scene così bucoliche sono tipiche delle pitture romane che inneggiavano a concetti filosofici e metafisici, come la tranquillitas o la felicitas. Questi elementi rimandano, quasi, al concetto di paradiso, ad una terra promessa resa in forme pittoriche in un ambiente funerario che poi venne riutilizzato in ambito cristiano.
La presenza anche di numerosi animali rimandano, invece, sia alle classiche tendenze romane che, anche, ad un linguaggio più cristiano. Se visiterete l'ipogeo di Via Livenza a Roma, infatti, noterete anche una ninfa che accarezza un capriolo, e scene marine a mosaico di pasta vitrea su di un’altra sezione. Queste descrizioni così vivide ricordano quelle scene marine o naturalistiche che si possono vedere in tantissimi sarcofagi romani, solo che qui è tutto rapportato alla pittura. Un’atmosfera bucolica permea tutto l’ambiente, dunque, affascinante oggi come doveva essere 1600 anni fa...