
Una delle chiese più nascoste di Roma, quella di Santa Maria dei Sette Dolori a Trastevere, è anche una delle più curiose, quantomeno architettonicamente parlando. Si pensi che l'architetto, artefice del progetto, fu il celeberrimo Borromini, e già questo basterebbe per dare dignità ad una chiesetta di Trastevere che, in realtà, ha dato molto alla comunità romana nel recente passato.
Risalendo le pendici del Gianicolo, prima di arrivare nel complesso di Sant’Onofrio, si scorge sulla sinistra un edificio molto particolare, con i mattoni della muratura bene in vista. Per comprendere la chiesa, però, si deve conoscere anche l’attiguo monastero, abitato dalle cosiddette "oblate". Questo ordine religioso femminile, approvato nel 1663 da papa Alessandro VII Chigi, ospitava figlie di famiglie nobili e decadute che volevano darsi alla vita monastica e che, soprattutto, relegavano ad una vita monastica tutte quelle ragazze che, a causa della loro salute cagionevole, non potevano sperare in un marito. Tutto il complesso, chiesa e monastero, fu progettato e realizzato da Francesco Borromini, il maestro dell’architettura barocca che ebbe modo di abbellire Roma in molti modi, come nel caso della sua preziosa chiesa a Piazza Navona.
Il suo stile inconfondibile, con le sue linee curve, concave e convesse, si mescola alla particolarità delle mura realizzate con mattoni grezzi, quasi squadrati. Ancora oggi non se ne conosce bene il motivo, ma probabilmente Borromini non completò il progetto per mancanza di fondi. Entrando all’interno del complesso, prima di accedere al corpo centrale della chiesa, si giunge ad un piccolo vestibolo a pianta mistilinea e centrale, chiaramente ispirata da alcuni edifici della famosa Villa Adriana a Tivoli. Ma il gioco di linee curve è ben visibile anche all’interno, in quella navata rettangolare avente angoli smussati. Ancora una volta si scorge la mano del Borromini! A completare la bellezza sacra della Chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori vi sono alcuni opere pittoriche di maestri del Settecento, come la "Trinità" del Maratta. Ma c’è di più...
Questa chiesa ed il monastero, comprensivi anche dell’ordine delle oblate, è particolarmente sentito dalla comunità ebraica: nel corso dei rastrellamenti nazisti infatti, il monastero fu un punto di riferimento e rifugio per gli ebrei di Roma. Le monache oblate riuscirono a nascondere ben 103 ebrei che, sicuramente, se catturati avrebbero fatto una brutta fine. Una storia lungo quattro secoli insomma, tra Borromini e la persecuzione romana contro gli ebrei, che continua però ancora oggi. Fu nel corso dell’ultimo secolo che un gruppo di privati acquistò una parte del monastero, destinandolo alla creazione e realizzazione di un hotel. Da chiesa a hotel, il passo è stato breve in questo caso. Ma anche questo può capitare a Roma!