
Ecco una delle numerose tombe presenti nella Basilica di Santa Maria Sopra Minerva, vicino al Pantheon! Anche per me, che sono una guida turistica locale, venire qui, in questo luogo di culto, è sempre un'emozione per le numerose personalità storiche qui presenti, in un certo senso, nonché per la meraviglie artistiche e capolavori assoluti qui esposti. Questa chiesa di Roma merita una visita molto accurata e, tra le altre cose, anche questo interessante monumento funebre merita un'attenzione particolare.
La Basilica di Santa Maria sopra Minerva è, infatti, un luogo di culto particolare che ospita anche sepolcri di pontefici, ma che tra le sue meraviglie nascoste ha anche questa lastra marmorea con il ritratto di un uomo. Si tratta di Andrea Bregno, un artista, architetto e scalpellino che operò a Roma nel corso della seconda metà del ’400. Vediamo il ritratto di un uomo sereno, tranquillo ma allo stesso tempo intelligente, che ha vissuto la sua vita proiettandosi solo sull’arte. Un maestro che aveva aperto una bottega di successo, a cui in molti facevano richieste per sculture, rilievi o elementi architettonici, spesso in marmo ed a carattere funebre, che ancora oggi decorano moltissime chiese e basiliche romane. Cito, ad esempio, la realizzazione delle magnifiche tombe dei Della Rovere e dei Riario (rami della famiglia a cui apparteneva papa Sisto IV che, ad esempio, negli anni ’80 del Quattrocento commissionò la Cappella Sistina nell'ambito della sua politica di renovation urbis) nella Basilica di Santa Maria del Popolo, ma anche altri monumenti cardinalizi presenti in chiese come San Pietro in Vincoli, Santa Maria in Ara Coeli o San Clemente. Luoghi di culto iconici di Roma che divennero quasi uno status symbol: avere un effige, o un’intera cappella, in uno di questi importanti luoghi significava avere potere. Dunque una basilica come quella di Santa Maria sopra Mineva non poteva di certo mancare, in un certo qual senso, per celebrare un'artista di questo carico.
Comunque sia Andrea Bregno ebbe molte fortune alla fine del Quattrocento con Sisto IV, ma ancora prima con papa Pio II Piccolomini. In questa bellissimo monumento funebre vediamo i simboli della sua stessa arte: si notano, infatti, incisi sul marmo i suoi strumenti, gli oggetti del mestiere che lui usava tutti i giorni, come i compassi. Un modo per ricordare la vita dell’artista, le sue opere e la sua arte. Anche gli antichi romani usavano inserire rilievi marmorei rappresentanti il lavoro che, in vita, i defunti avevano svolto. Un modo come un altro per guardare, come sempre, al passato, e per ricordare un'artista molto attivo a Roma che contribuì, con la sua arte e le sue idee, a rendere ancor più incredibile la Città Eterna.