
Una delle sorprese nella bellissima Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma, è rappresentata dai tondi raffiguranti i papi della Chiesa Cattolica, da San Pietro (il primo alla destra dell’abside) a Papa Francesco (nella foto). Un altro motivo, dunque, per visitare questo straordinario luogo di culto, per ammirarne i segreti e questa che è, a tutti gli effetti, una sua caratteristica. Un'altra icona di Roma che, per una guida turistica locale come me, ha il particolare sapore di essere una delle basiliche sepolcrali della Città Eterna.
Questi tondi, infatti, corrono ininterrottamente lungo il perimetro delle mura al di sopra dei capitelli delle colonne, sopravvissuti e ricostruiti a seguito del disastroso incendio del 1823 che bruciò gran parte dell'edificio originario, risalente addirittura al IV - V secolo d.C. Per fortuna che il papa che si occupò della ricostruzione, Leone XII, espresse chiaramente che "Niuna innovazione dovrà dunque introdursi nelle forme e proporzioni architettoniche, niuna negli ornamenti del risorgente edificio". Tutto molto bello, se non fosse per una leggenda popolare che ci dice un qualcosa di un po’ lugubre...
Ovviamente lo spazio, per quanto la basilica possa essere immensa (131 metri di lunghezza per 65 di larghezza) prima o poi avrà termine. Mancano altri dieci piccoli tondi, ancora vuoti ma pronti per ospitare le immagini dei papi futuri, e si immagini che la tradizione della rappresentazione, entro questi tondi che ricordano i clipei di fattura romana, risale addirittura a papa Leone Magno nel V secolo d.C. (un pontefice importante per Roma e la Chiesa Cattolica, e se volete saperne di più cliccate qua). Ma secondo questa leggenda, una volta che lo spazio avrà fine arriverà anche la fine del papato, della Chiesa Cattolica e, di conseguenza, di Roma. Sappiamo bene che, spesso, la fine dell’Urbe coincide con quella del mondo civilizzato, soprattutto negli ambienti e nella cultura di stampo medievale. Beda il Venerabile (monaco dell'VIII secolo d.C.), profetizzò ad esempio che la fine del Colosseo, un suo crollo, avrebbe provocato la fine di Roma e di conseguenza quella di tutto il mondo. Se poi a questo ci aggiungiamo anche la fine della Chiesa Cattolica, allora capite bene come non dovremmo avere scampo.
Ma c’è anche un’altra leggenda, legata sempre a questi tondi. Infatti interpretando un’altra profezia, quella di Malachia (vissuto nel XII secolo), l’attuale pontefice sarebbe anche...l’ultimo! Con un po’ di fantasia, dando retta a Malachia e ai suoi vaticini, questo è il papa numero 112 a partire da Celestino II (divenuto Papa nel 1143). Ovviamente alcune sue profezie si sono poi rivelate esatte, come quando profetizzò l'avvento di un pontefice "Ex castro Tiberis" (traducibile con "su un castello sul Tevere"). E Celestino II, già citato in precedenza come primo pontefice soggetto delle profezie, era proprio di Città di Castello, lungo il Tevere. Dopo di lui, alla fine dei tempi e come ultimo Papa della storia, arriverà un certo "Pietro Romano", interpretato come la figura di un pontefice, vedrà la distruzione di Roma. Malachia, infatti, riferendosi all’ultimo papa scrive: "In persecutione extrema Sanctae Romanae Ecclesiae sedebit!" ("Regnerà durante l’ultima persecuzione della Chiesa"). Staremo a vedere...