
Nel bellissimo, e difficile da visitare, Casino Boncompagni Ludovisi troviamo, su di un soffitto, una sorpresa, o per meglio dire, una rarità: l'unico dipinto su muro di Caravaggio. Ebbene sì, quando parliamo del massimo esponente, nel campo artistico, di un tipo che è genio e sregolatezza, solitamente pensiamo a una tela (come in questo caso). Ma, dopotutto, ormai sappiamo bene come la città di Roma possa sorprenderci con opere d'arte, a volte, impensabili. Ecco dunque che, quest'oggi, la vostra guida turistica vi porta alla scoperta di un vero unicum.
Questo dipinto a muro di Caravaggio raffigura l'allegoria degli Elementi, tre dei quali personificati dalle divinità Greco-Romane a cui erano, anticamente, associati: Giove (fuoco), Nettuno (acqua), e Plutone (terra). I tre hanno anche i loro attributi iconografici bene in vista, giusto per essere certi di non sbagliare! Così Nettuno cavalca un cavallo dalle estremità palmate, Giove è sopra una grande aquila, mentre al fianco di Plutone troviamo Cerbero (realizzato prendendo a modello, pare, proprio il cagnolino di Caravaggio, che si chiamava Cornacchia). Al centro della composizione vi è una grande sfera a rappresentare l'universo nella sua interezza, con un'altra sfera al centro a raffigurare la Terra ed alcuni segni zodiacali bene in vista vicino ad essa (si riconoscono i Pesci e l'Ariete). E il quarto elemento, l'Aria? Caravaggio ha la grande idea di proporla con quel gesto impetuoso di Giove che, muovendo un poco la mano, provoca un intenso movimento d'aria attorno a lui. Ma questo è solo l'inizio poiché Caravaggio, maestro nell'andare fuori dagli schemi, nell'inventare e nel rielaborare, applica uno stile anticonformista per l'epoca. Innanzitutto le figure non sono inserite in una quadratura, in una finta architettura dipinta come si può vedere nella Cappella Sistina o in tutti gli altri affreschi dell'epoca. Gli Elementi sono più forti di tutto, e non possono essere imbrigliati. Per questo le figure sembrano fluttuare nel vuoto, nell'Aria. Ma guardiamo proprio le tre divinità. A uno sguardo attento sembra che i loro corpi siano molto simili, quasi uguali. Motivo? Lo sono! Pare che Caravaggio usò proprio il suo corpo per rappresentare Giove, Plutone e Nettuno. Tutti i dettagli anatomici, compresi i genitali, sarebbero quelli del maestro che, per realizzare questa ardita, quasi impossibile e rivoluzionaria posa (le figure sembrano proprio viste dal basso verso l'alto), si sarebbe autoritratto mettendosi sopra un grande specchio poggiato sul ponteggio usato da Caravaggio per salire su, fino al soffitto. Un modo per vedersi, davvero, da tutti i punti di vista... Concludo dicendo che questa stanza era, nel 1597, quando a Caravaggio fu commissionata l'opera, lo studiolo ed il laboratorio privato del Cardinal Del Monte. L'uomo, che per primo prese sotto la sua ala protettiva Caravaggio, non era un semplice cardinale. Amante delle arti era, soprattutto, un curioso. Amava sperimentare, aveva conoscenze filosofiche, astrologiche e astronomiche (pare che non aveva molta paura nel discutere, nella sua dimora, anche dei testi di Paracelso e Galileo che furono messi all'Indice). Un uomo che, per non farsi mancare nulla, aveva anche un laboratorio alchemico personale in cui lui stesso sperimentava le varie soluzioni per trovare la proverbiale Quintessenza, l'elisir di lunga vita. È proprio qui che commissionò a Caravaggio l'opera, forse per omaggiare le sue stesse passioni.
Come vedete, il caso del Casino Boncompagni Ludovisi rispecchia appieno il mondo culturale in cui un'artista come Caravaggio, agli inizi del Seicento, si muoveva qua a Roma. A volte bastava poco, un semplice interesse, magari fuori dagli schemi, di un uomo che poteva permettersi di spendere soldi, tempo e denaro (come nel caso del cardinale committente dell'affresco caravaggesco) per produrre capolavori senza tempo e molto particolari, sotto tutti i punti di vista. Non sorprende che proprio una personalità, ripeto, fuori dagli schemi, come quelli di Caravaggio, fu in grado di realizzare un'opera così eccentrica, se vogliamo, e anticonvenzionale.