
Roma è una città che stupisce non solo per i musei o i grandi monumenti, ma anche per i numerosi palazzi o ville nobiliari costruiti, nel corso dei secoli, da tutte quelle famiglie aristocratiche che qui hanno fatto fortuna. Tra le più celebri abbiamo, senza ombra di dubbio, Villa Borghese o, più recentemente, Villa Torlonia e il suo Casino Nobile. Ma, perseguendo nel solco tracciato dall'antica aristocrazia romana, soprattutto nel Quattrocento e nel Cinquecento la moda dei villini suburbani si è andata ampliando. Anche cardinali (come in questo caso), non si lasciarono sfuggire l'occasione per vivere un poco in pace e in relax. E lo stesso vale per un bellissimo villino che, tra le altre cose, sorge in un luogo d'eccezione: Villa Lante al Gianicolo.
Questo è uno dei più bei esempi di villa rinascimentale di tutta Roma. Situato sulle pendici del Gianicolo, appunto, gode di una fantastica posizione. Dalla sua loggia, a tre arcate con quattro colonne di pavonazzetto antico, si ha una vista fantastica sulla città. La storia della villa comincia quando il datario di papa Leone X, negli anni '10 e ‘20 del Cinquecento, comprò due ettari di terreno qui al Gianicolo. La villa è frutto del genio e dell'intuito di Giulio Romano, l'allievo prediletto di Raffaello, forse colui che più di altri riuscì a carpire i segreti del suo incredibile maestro. Lui, insieme ad altri allievi del genio del Rinascimento, si occupò anche della decorazione interna. Tra grottesche e stucchi, loggiati e piccoli saloni, questa villa ricorda la Villa della Farnesina, anch'essa dei primi del Cinquecento ed anch'essa con decorazioni di Raffaello e della sua scuola (come potete ammirare qui). Da comprendere come, dunque, oramai la bottega di Raffaello e tutti coloro che vi lavoravano attorno avevano, in un certo qual senso, uno stile ed un modello ben definito. Inoltre è da aggiungere come questo era il gusto estetico della prima metà del Cinquecento, un gusto che agli occhi dei nobili che volevano arredare ed abbellire le loro ville, palazzi o abitazioni, doveva essere eseguito e seguito alla perfezione. Questo era il bello, all’epoca, questi affreschi, queste figure e decorazioni. Inoltre Villa Lante ci dice di come essere membri di rilievo della corte pontificia poteva avere i suoi vantaggi, come nel caso del datario che vi ho accennato prima. A volte è bene essere al posto giusto al momento giusto, o muovere i giusti ingranaggi, per poter acquisire il potere e lo status symbol necessari per permettersi una dimora del genere. Comunque sia, solo nel 1551, poi, la villa passò alla famiglia Lante, per poi passare a Camillo Borghese (moglie del Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone) agli inizi dell'Ottocento. Ma molto cambiò anche prima come quando, sotto il pontificato di Leone VIII nella prima metà del Seicento, gran parte del bellissimo giardino, una volta adorno di opere d'arte, orti ed alberi da frutto, fu sacrificato per realizzare le mura che il pontefice volle per proteggere il Gianicolo e la zona di Trastevere.
Di certo quest'ultima modifica, a cui ho accennato, lascia un poco l'amaro in bocca. Chissà quanto doveva essere meraviglioso, quasi un paradiso in terra, il giardino decorato di Villa Lante. Sarebbe stato uno dei tanti a Roma, certamente, perché molti altri si crogiolarono nella loro ricchezza e nel loro patrimonio artistico, realizzando edifici, con annessi giardini, davvero unici. Nonostante questo, però, anche Villa Lante ci ricorda di quanto la Città Eterna abbia avuto la fortuna di ospitare uomini, e donne, capace di avere un gusto per il bello davvero intrigante. Infine vi faccio notare quanto un singolo edificio possa narrarci, quanto lunga possa essere la sua storia e i suoi travagli, anche. Ma, alla fine, la sua bellezza rimane immutata.