

Ecco un paio di foto che immortalano Piazza del Popolo mentre il Sole cala all’orizzonte, una nuova prospettiva per ammirare da un altro punto di vista una delle piazze romane meglio celebrate. Sicuramente non manco mai di spiegare ai miei turisti quanto Piazza del Popolo sia, però, non solo una piazza abbellita da monumenti ed edifici unici poiché, in fin dei conti, è anche ciò che avvenne sul suo suolo ad essere davvero interessante.
Tutti noi possiamo apprezzare l’ampiezza e l’eleganza della piazza, risistemata completamente agli inizi dell’800 dall’architetto Valadier, (un romano doc nonostante il cognome) che molto lavorò a Roma. Ma questo luogo, primo crocevia ed ingresso sul lato nord della Capitale, ha anche una storia oscura alle spalle. Basti pensare che Piazza del Popolo per secoli fu adibita a luogo per esecuzioni pubbliche. Durante la Roma papalina i condannati a morte salivano sul patibolo per essere impiccati o, anche, per esseri condannati alla cosiddetta "mannaja romana". Cosa era? Una sorta di ghigliottina ante litteram! Si trattava di una vera e propria ghigliottina la cui lama scendeva dall’alto per decollare i condannati. I francesi dunque, pur avendola brevettata e migliorata, non hanno inventato nulla! Certamente questa è una pagina oscura della lunga storia di Roma, ma dopotutto è interessante conoscere come i cittadini potessero liberamente assistere alle esecuzioni pubbliche le quali, ovviamente, avevano come scopo principale quello di dare il buon esempio, facendo comprendere quale era il destino di chi non seguiva le leggi del Papa.
Il famoso Mastro Titta, boia attivo a Roma nell’800 che annotò in un suo diario, dettagliatamente, ogni condanna da lui eseguita, era esperto nell’uso della "mannaja romana". Mastro Titta (il cui vero nome era Giovanni Battista Bugatti), ebbe all’attivo ben 514 esecuzioni andate a buon fine. Non a caso, dunque, fu soprannominato "er boja de Roma". Un uomo certamente attivo e pittoresco il nostro Mastro Titta, che viveva nel rione Borgo e che, di conseguenza, per venire qui a Piazza del Popolo doveva andare dall'altra parte del Tevere. Da questo suo spostamento da una riva all'altra, per mezzo di un ponte (Ponte Sant'Angelo in particolare) ha origine il detto romano "Mastro Titta passa ponte", per annunciare l'inizio di una nuova esecuzione pubblica. Da dire, inoltre, che tali esecuzioni erano dei veri e propri spettacoli, oltre che moniti pubblici, che calamitavano sempre molte persone. Personaggi illustri si trovarono faccia a faccia con la morte pubblica, come il poeta inglese Byron, che nei suoi diari ci racconta di come un giorno, passeggiando per le vie di Roma, si imbatté, proprio a Piazza del Popolo, in una impiccagione pubblica. Fu sgomento dalla presenza di bambini urlanti e festosi, che non vedevano l’ora di assistere alla morte di quei condannati. Si pensa che proprio quella esperienza pose fine alla romantica e intensa avventura romana di Byron. Insomma, una Roma che a volte non è solo monumenti antichi o basiliche cristiane...

