
Ecco uno dei piccoli segreti di Roma, uno dei tanti edifici capaci di farci comprendere come la Città Eterna sia ricca anche di luoghi molto speciali, grazie soprattutto alle storie ed alle leggende che aleggiano attorno ad esse, alle loro origini. Fidatevi di una guida turistica locale di Roma, poiché fuori dai classici circuiti turistici a volte si entra in contatto con sorprese di tutto rispetto.
Ci troviamo nel tratto urbano della Via Latina, non lontano da Porta San Sebastiano (vicino la Via Appia). Come tutte le strade consolari, anche la Via Latina, antica quanto la più famosa Via Appia se non di più, è fiancheggiata da numerose tombe o ipogei di epoca romana e non solo. Tra i tesori che possiamo ammirare passeggiando lunga l'antico selciato, possiamo trovare la medioevale Basilica di San Giovanni in Via Latina (clicca qui per saperne di più) con annesso ciò che vedete in foto: un piccolo oratorio dedicato a "San Giovanni in Oleo". Perché questo strano nome? Qui si parla di San Giovanni Evangelista, colui che ebbe le famose visioni apocalittiche di Dio con gli Angeli e le Trombe del Giudizio. San Giovanni visse nel corso del I secolo d.C., e fu sotto il regno di Domiziano che subì numerose torture, essendo lui cristiano in un impero di politeisti! Tra i tragici episodi ricordati, ve ne è uno in particolare: San Giovanni sarebbe stato immerso, come potete vedere nella pala d'altare che si trova all'interno dell'oratorio, dentro un calderone di olio bollente. Una delle torture più crudeli a cui si potesse essere condannati. Secondo la tradizione, però, non solo San Giovanni non subì alcun danno fisico ma, anzi, ne uscì ringiovanito. Chiaro segnale della potenza di Dio e di come lui possa proteggere i suoi figli.
Non solo, poiché i presenti pensarono di essere dinanzi ad una specie di mago, uno stregone dai poteri magici. E forse proprio per paura di essi lo lasciarono libero. Fu a seguito di questo miracolo, infatti, che Domiziano decise di esiliare San Giovanni, che si rifugiò nell'isola di Patmos dove ebbe, appunto, le sue visioni. Leggenda e tradizione vogliono che lì dove oggi sorge questo cinquecentesco oratorio, costruito nel corso di alcuni restauri accorsi all'adiacente basilica, San Giovanni conobbe la sua atroce tortura. Un piccolo oratorio che, architettonicamente parlando, ha padri molto importanti: si pensa, infatti, che addirittura fu il Bramante, agli inizi del ‘500, a dirigere il progetto. Mentre sappiamo per certo che un centinaio di anni dopo Borromini, maestro del Barocco, porrà la sua arte al servizio di questo piccolo oratorio, per restaurarlo ed abbellirlo. Entrare al suo interno significa, dunque, comprendere la sacralità di un luogo considerato dai fedeli come un esempio della salvezza divina, e non solo.
Vi lascio con le parole scritte nella Legenda Aurea in cui è descritta la tortura subita da San Giovanni: “Quando gli apostoli dopo la Pentecoste si separarono, lui [Giovanni Evangelista] andò in Asia, dove fondò molte chiese. Quando l'imperatore Domiziano venne a conoscenza della sua fama, lo fece venire a Roma e lo fece buttare in un recipiente di olio bollente, immediatamente davanti alla porta Latina: ma Giovanni ne usì illeso, come era rimasto estraneo alla corruzione della carne. L'imperatore, visto che anche così non desisteva dalla predicazione, lo mandò in esilio nell'isola di Patmo, dove nella completa solitudine scrisse l'Apocalisse.”