

Uno dei grandi simboli di Roma antica è rappresentato da queste tre enormi volte a botte che tutti i visitatori del Foro Romano possono ammirare, o che gli spettatori delle Olimpiadi del 1960 impararono a conoscere grazie alle gare di lotta che qui si svolsero. Scoprite con me qualcosa in più su un edificio ben visibile a tutti, non solo ad una guida turistica come me.
Sto parlando dei resti della cosiddetta Basilica di Massenzio, la più grande basilica ad uso civile di Roma. Massenzio, uomo che diede un forte impulso urbanistico nella Roma degli inizi del IV secolo d.C., probabilmente riutilizzò gli ambienti degli Horrea Piperitaria (magazzini per le spezie), per realizzare questa fantastica opera architettonica. Denominata dalle fonti anche come Basilica Nova o Basilica Costantiniana, questo impressionante edificio (100 metri di lunghezza per 35 metri di altezza) fu voluto da Massenzio agli inizi del IV secolo d.C. Sappiamo da indagini recenti che la basilica divenne sede della Prefettura Urbana e, anche, del Secretarium Senatus, il tribunale speciale che si occupava dei processi dei membri del Senato. Sul solco dei suoi predecessori politici e da buon Romano, il giovane Massenzio, che voleva aumentare il suo consenso popolare e non solo, commissionò questo grandioso edificio di chiaro uso civile e sociale (una basilica romana era, infatti, un vero tribunale con tanto di avvocati e giudici). Solo dopo la sconfitta di Massenzio nella Battaglia di Ponte Milvio del 312 d.C. per mano di Costantino l’edificio vedrà effettivamente la luce. Proprio Costantino infatti portò a termine il progetto, cambiandone nome e modificando alcuni importanti dettagli. Come, ad esempio, il grandioso colosso acrolito (statua gigantesca le cui parti del corpo furono realizzate con diversi materiali) che Massenzio pose sul grande abside di uno dei lati corti dell’edificio. Inizialmente il colosso aveva proprio le fattezze di Massenzio, ma Costantino ne modificò alcuni tratti rendendo la statua a lui somigliante! Un bell’esempio di riciclo!
Oggi alcuni degli enormi pezzi in marmo del colosso sono visibili ai Musei Capitolini. Per concludere provate ad immaginare: le tre grandi volte che sono rimasti oggi fanno parte di una delle mura laterali, dove una navata minore correva delimitata da alte colonne. Esattamente dall’altra parte altre tre volte fungevano da altro lato lungo, delimitando l’edificio verso il Foro Romano. L’enorme navata centrale aveva quattro enormi pilastri che suddividevano lo spazio, come potete vedere grazie alla mappa, mentre diverse absidi si aprivano sia sul lato lungo che su quello corto. L’abisde che si apriva lungo uno dei lati corti ospitava il colosso di Costantino e la tribuna lignea dei giudici. Peccato che oggi sia rimasto ben poco, sia a causa di interventi naturali (probabilmente un terremoto nella metà del IX secolo fece crollare intere porzioni murarie), sia per il semplice tempo che passa, ricordando che la basilica avrebbe oggi circa 1700 anni. E’ giusto aggiungere, inoltre, che le decorazioni interne, stucchi ed elementi bronzei, che rendevano lucente e magnifico l’ambiente esterno ed interno sono stati, come uso comune nella Roma post impero, furono riutilizzati ad altri usi e per altri edifici. Ad esempio le lastre in bronzo dorato del tetto vennero riutilizzato da Papa Onorio I nel 626 d.C. per la Basilica di San Pietro. Comunque sia, la Basilica di Massenzio era un gioco di linee curve e diritte, di decorazioni e luce, che resero l’edificio imponente anche per gli elevati standard degli antichi Romani. Dopotutto, a vedere questa grandiosa basilica, non si può fare a meno di pensare che è proprio vero che i Romani amavano pensare in grande.
Manca da dire come, nonostante la grandiosità di un edificio del genere, per secoli ci si è chiesto a cosa davvero appartenessero queste enormi volte a botte. Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente si perse la memoria di molte cose della Roma antica, anche dell'identificazione di alcuni edifici, seppur iconici come la Basilica di Massenzio. Per molto tempo, infatti, l'edificio fu conosciuto come templum Romuli supra templum Latonae, in riferimento soprattutto al cosiddetto Tempio di Romolo posto nelle vicinanze. Successivamente la basilica fu erroneamente chiamata Templum Pacis, in riferimento invece al vicino Foro della Pace voluto dagli imperatori della dinastia Flavia. Solo nel 1819, con il Nibby, si ebbe la concreta certezza di cosa hanno di fronte milioni di turisti ogni anno, estasiati sicuramente dalla meravigliosa grandezza di Roma antica.

