Ecco il "San Girolamo", un’opera pittorica mai terminata del celeberrimo Leonardo da Vinci! Si trova nella Pinacoteca Vaticana, ed è importante oltre che per la famosa mano che l’ha realizzata, anche per la sua storia. Un'altra delle innumerevoli sorprese a disposizone qui ai Musei Vaticani, in una Pinacoteca sempre pronta a sorprenderci. Quando, durante un mio tour, mi soffermo qui davanti faccio sempre notare come si è di fronte ad un qualcosa di unico, in un certo qual senso. Dopotutto Leonardo da Vinci non si soffermò molto qui a Roma...

Immaginate, ad esempio, che nel corso dei secoli quest'opera pittorica di Leonardo è stata nascosta, rubata, addirittura divisa in due per rivenderla separatamente. Uno scempio totale che però non è andato oltre. Secondo la tradizione (oggi messa in fortissimo dubbio), il San Girolamo di Leonardo sarebbe appartenuto ad Angelica Kauffmann, pittrice svizzera di fine Settecento. Già qualcuno si potrebbe chiedere come sia andato a finire in mano sua, sebbene non ci dobbiamo sorprendere più di tanto: già dopo la sua morte, avvenuta nel 1519, tutto ciò che ebbe a che fare con Leonardo, in particolare le opere, divenne qualcosa di assolutamente irrinunciabile. Collezionisti di tutto il mondo fecero carte false per accaparrarsi qualcosa del grande genio. Proseguendo oltre arriviamo al Cardinale Joseph Fesch che, all’inizio dell’800, trovò il quadro addirittura segato in due: la parte con la testa del santo sarebbe stata utilizzata da un calzolaio come una sorta di sgabello, mentre un’altra parte fu trovata nella bottega di un rigattiere.

Oggi, comunque sia, possiamo ammirare qui ai Musei Vaticani quest’opera d’arte, intuendo lo stile leonardesco. Vediamo un uomo molto anziano e dall’apparenza debole, intento forse a pregare o, comunque, in un gesto quasi supplichevole. Ai suoi piedi un leone, mentre tutto attorno a lui un ambiente cavernoso, roccioso, come se fosse all’interno di una grotta. Possiamo riconoscere un appena accennato sfumato leonardesco. Nel corso dei suoi studi sulla prospettiva, Leonardo si accorse che l’atmosfera, lo spazio d’aria che divide l’osservatore dal soggetto osservato, può deformare, sfumandole, le figure e la loro massa corporea. Per questo, soprattutto gli oggetti o gli sfondi in secondo piano, come in questo caso, Leonardo li sfuma leggermente, con i contorni non troppo netti e definiti. Ma le sorprese non finiscono qui, poiché proprio sullo sfondo pare riconoscere lo studio abbozzato di Santa Maria Novella, una delle chiese simbolo di Firenze. Rimane solo una suggestione, nulla più, ma ciò che è certo è che quest’opera, sebbene incompleta ci può raccontare tante cose. Ma alla Pinacoteca Vaticana abbiamo un altro esempio di opera pittorica distrutta e, in parte, riassemblata. Cliccate qui...