
Ecco bellissime foto del Lago Albano, a circa 25 km a sud di Roma, un luogo affascinante e ricercato soprattutto d’estate, da Romani e turisti, che però nasconde qualcosa che ha fatto la storia di Roma. Un modo, dunque, per comprendere quanto anche non lontano dalla Città Eterna esistano luoghi carichi di tradizioni, arte e meraviglie naturalistiche.
Innanzitutto, il lago più profondo di tutta Italia (170 metri), era in realtà un vulcano! Migliaia e migliaia di anni prima della fondazione di Roma, questo vulcano (chiamato Albano, appunto), vomitò chilometri e chilometri di fiumi di lava che, solidificandosi nel corso dei secoli, permise ai Romani di avere a disposizione materiali da costruzione come tufo, pozzolana o basolato (la pietra di origine vulcanica utilizzata per le famose strade romane). Una volta spento (anche se oggi è in fase di quiescenza, tant’è che il lago è perennemente monitorato), il cratere del vulcano si ricoprì d’acqua, dando origine a questo suggestivo ambiente naturale. Il suo fascino e la posizione invidiabile (da alcuni punti si vede tutta Roma), hanno reso il luogo ottimo per la villeggiatura.
Infatti nel corso dei secoli imperatori, censori, magistrati o semplici nobili dell’antica Roma costruirono qui le loro ville. Addirittura pare che la superficie del lago fosse usata, dai Romani, come teatro e luogo perfetto per le loro naumachiae, le ricostruzioni di battaglie navali. Papi e cardinali fecero la stessa cosa. Aggiungo anche che, in realtà, ancora oggi il Lago Albano torna alla ribalta delle cronache se pensate che, ad esempio, nel corso delle Olimpiadi di Roma del 1960 il suddetto lago fu l’ambientazione ideale per le gare di canottaggio.
Non solo: il piccolo monticello che vedete in lontananza, ricoperto di vegetazione, in epoca arcaica un luogo sacro: sulla sommità del Monte Cavo, questo il nome dell’altura che si erge al di sopra del lago, vi era un santuario dedicato a Giove. Un suo tempio era eretto lì, e tutte le tribù latine, anche prima di Roma, convogliarono lì per pregarlo e per il suo culto. Come prima mossa per assoggettare tutte quelle popolazioni, la neonata città di Roma conquistò proprio quel monte, per personificare Giove e renderlo il suo unico protettore. In questo modo possiamo dire che l’Urbe romanizzò la divinità, rendendola un tutt’uno con la città ed il suo destino. Cosa dire, infine, del fatto che sulle sponde del Lago Albano sarebbe stata fondata la mitica città di Alba Longa (oggi identificabile con Castel Gandolfo)? Mitica perché è qui che nacquero due famosissimi gemelli: Romolo e Remo.