Nel bellissimo ambiente dell'Auditorium di Mecenate, sul Colle Esquilino, la nostra attenzione potrebbe essere catturata non solo dai resti di pitture e dalla struttura in sé, ma anche da alcune lastre marmoree aventi strani segni sulla superficie. Tali lastre formano, però, uno dei documenti storici più strabilianti di Roma antica: la Forma Urbis Severiana! Qual era il suo vero significato? Perché la Forma Urbis Severiana è così importante? Scopriamolo assieme... 

Si tratta, innanzitutto, di una grande mappa in marmo della Roma del III secolo, realizzata probabilmente tra il 203 ed il 211 d.C. Il nome deriva dall'Imperatore Settimio Severo, che a quanto pare decise di avere questa magnifica mappa marmorea in uno degli ambienti del Foro della Pace, precedentemente voluto dagli imperatori della dinastia Flavia (I secolo d.C.). Proprio nel cuore cittadino ed amministrativo della città! Probabilmente quel salone in cui la Forma Urbis era ospitata era una biblioteca o comunque un ufficio, e non è strano pensare che tale mappa possa aver avuto una funzione urbanistica, usata forse per gli antichi piani regolatori o per combattere l'abusivismo edilizio. Probabilmente, infatti, ci troviamo di fronte ad un tentativo, bellissimo non c’è che dire, di controllare il catasto di una città come Roma la quale, nel suo territorio, contava centinaia di migliaia di persone. Una sorta di controllo, dunque, fu necessario, tanto che la Forma Urbis Severiana rappresenta, a tutti gli effetti, l'attività febbrile che l'amministrazione e la burocrazia imperiale viveva giorno dopo giorno. Per governare ci vuole attenzione e gestione, e questa meravigliosa mappa in marmo (immaginiamocela completa), serviva anche a questo scopo.

Inoltre la Forma Urbis Severiana era una mappa, in scala 1:240, della quale però, come spesso capita, si perse molto nel corso dei secoli. Smembrata o distrutta, sin dal XVI secolo cominciarono ad affiorare dal terreno o da collezioni private piccole lastre marmoree con punti e linee scavate sulla superficie. Quei segni rappresentano i piani terra degli edifici privati, la conformazione delle strade e delle piazze. Una grandiosa mappa che consta oggi di 1186 frammenti, rinvenuti nel corso dei secoli! Non solo, dunque, la Forma Urbis rappresenta una fonte attendibile, e tangibile, dell’Urbe del III secolo d.C. ma, nonostante tutto, è un manufatto che ha avuto una storia molto interessante alle spalle, fatta di smembramenti, ritrovamenti, furti e altro. Un raro ed eccezionale documento in cui affiorano peristili, colonnati, luoghi di interesse come gli antichi mercati o i templi. Traccia delle piante di tali edifici che fanno rivivere, in maniera monumentale, la vita di Roma. Un ottimo aiuto per archeologi e studiosi di varia natura che, ancora oggi, tentano di ricostruire la disposizione degli edifici nell'Urbe di un tempo, cosa non facile quando si è in presenza di poche tracce e descrizioni scritte o in mancanza di fondamentali elementi archeologici. Insomma con la Forma Urbis Severiana abbiamo uno scorcio, vero e proprio, della città antica!