Tra i capolavori dei Musei Capitolini di Roma troviamo anche questa rappresentazione di Venere, conosciuta come Venere Esquilina dal luogo di ritrovamento, quel colle Esquilino che un paio di secoli fa saltò agli onori della cronaca dell’epoca proprio per il rinvenimento di una scultura così raffinata in ottime condizioni, se si pensa alla datazione.
La Venere Esquilina, infatti, è una statua marmorea romana del I secolo a.C., che ancora oggi nasconde molte curiosità e domande. Vi sono infatti alcuni elementi che ci portano a pensare che questa statua femminile, forse, non rappresenta davvero Venere, come il serpente che si attorciglia attorno al vaso. Questo animale potrebbe raffigurare l'ureus, un simbolo di regalità di epoca egizia. O pensiamo anche ai sandali che indossa la figura, qualcosa di assolutamente inconsueto per una scultura rappresentante Venere. Secondo alcune interpretazioni, dunque, forse quest'opera in marmo pario sarebbe la celebre Cleopatra, regina d'Egitto di cui Marco Antonio si invaghì (ma prima di lui anche Giulio Cesare). Oppure, secondo altri, non sarebbe altro che una assimilazione di Venere con Iside, tra le divinità principali del Pantheon egizio, il cui culto spopolò nella Roma del I secolo, soprattutto tra gli schiavi e le classi meno agiate. Se così fosse non sarebbe nulla di strano ma, anzi, sottolineerebbe come i diversi culti locali si fusero assieme, nel corso dei secoli, a causa degli scambi commerciali, delle dominazioni militari e, più in generale, delle infiltrazioni culturali che diversi popoli contribuirono, reciprocamente, ad darsi.
Oltre a questo, nonostante la scomparsa delle braccia (tra gli elementi più fragili di una scultura), siamo certi che tale figura stesse sistemandosi delle ciocche. Sono conservate, infatti, alcune dita attorcigliate a dei capelli, come di una donna che si tiene la chioma prima di fare un bagno, in un atteggiamento che era tipico correlare a Venere ed alla sua divina bellezza. Un gesto quasi umano, un gesto che ci riporta ad altre rappresentazioni di Venere intenta a lasciarsi bagnare dall’acqua, o ad uscire dalle acque come per la sua mitologica origine. Nonostante tutto, e nonostante la molteplici ipotesi che sono state fatte, nel corso dei secoli, è certo che tale scultura sia una delle più ammalianti di tutta la collezione dei Musei Capitolini di Roma, al pari di altre meraviglie scultoree come questa, ad esempio.
