
Tra le numerose sorprese e bellezze di Palazzo Massimo alle Terme a Roma, un museo che non finirò mai di consigliare, troviamo una ricchissima collezione numismatica, che prende il nome di Medagliere. Avreste mai immaginato una cosa del genere in un museo a carattere prettamente archeologico? Eppure esiste, e per una guida turistica locale quest'area sotterranea ha un indubbio fascino, poiché una moneta non è solo un pezzo di ferro, bronzo o oro. Ma è molto, molto di più.
Ebbene, immaginate di entrare in un vero e proprio caveau, con tanto di porta e pareti blindate, e di venire catapultati in un ricco mondo fatto di monete di bronzo, oro e argento, di numerose dimensioni e con diversi effigi, con le quali potrete davvero attraversare i secoli. Ecco, in questo modo vi potete fare un'idea di cosa sia questo Medagliere! Il fulcro della collezione proviene da Francesco Gnecchi (1847 – 1919), pittore ma soprattutto grandissimo appassionato di monete antiche e non solo. Fu lui a donare la sua personale e privata fortuna, che consta di circa 20.000 pezzi, al Museo Nazionale Romano. Vi sono monete di epoca romana, dall'epopea repubblicana a quella imperiale, tra cui troviamo le cosiddette aes grave (letteralmente "bronzo pesante"), che rappresentano le prime monete in bronzo fuso realizzate da molti popoli dell'Italia Centrale, tra cui i Romani, nel III secolo a.C. circa! Immaginate che il valore di tali monete era dato da un segno, quasi un ideogramma, e non da un valore numerico. Per non parlare poi delle numerose monete della tarda età repubblicana o di età imperiale, in cui le effigi degli imperatori, o dei consoli o di personalità politiche importanti erano utilizzate per...farsi vedere! Un po' come se le monete fossero utilizzate come mass media, come le moderne televisioni, adatte per far comprendere al popolino chi era il potente di turno, chi dovevano ringraziare per le risorse che avevano e la vita che vivevano. Una moneta dunque non era solo uno strumento economico, bensì anche politico. Un imperatore, ad esempio, poteva mostrare il suo volto, letteralmente, anche ai sudditi lontani migliaia di chilometri da Roma. Ma non finisce qui.
Infatti lo Gnecchi aveva ben altro, come rarissime monete dell'età teodoriciana, quando il re goto Teodorico, agli inizi del VI secolo d.C., conquistò Roma e cominciò ad amministrarla. Ovviamente, anche lui coniò monete per fini economici e propagandistici. Ma Palazzo Massimo alle Terme ospita non solo esempi eccelsi di statuaria classica come questo, ma anche la collezione numismatica dell'antico Museo Kirckeriano, quel luogo di mirabilia che il gesuita, scienziato, studioso e curioso Kircker aprì ed ampliò nel corso dei secoli. Immaginate che la sua antica collezione, oggi, è sparsa nei musei di tutto il mondo! E infine, da citare i 1000.000 pezzi donati dal Re Vittorio Emmanuele III, che prima di andare in esilio decise di donare al Governo Italiano "l'amore della sua vita", come lui stesso scrisse. Monete che vanno dal V al XX secolo, in cui troviamo anche rari esempi di monete degli Stati Nazionali Europei e dell'Italia degli inizi del secolo scorso! Incredibile, dunque, capire come in una singola stanza possa essere raccolta la millenaria storia del territorio italico, dalle popolazioni antiche ad oggi. Piccole monete capaci di raccontare una loro, personale, storia. Una storia che, però, rappresenta le nostre origini.


