
Questo è il Ponte Sublicio oggi, che collega l'area di Porta Portese (sponda destra del Tevere), con la zona di Testaccio (sponda sinistra). Ma quello che vediamo oggi è solo la ricostruzione moderna di un qualcosa che ha fatto, per davvero ed in maniera determinante, la storia di Roma, sin dalle sue origini. Non dimentichiamoci mai, infatti, che la Città Eterna deve moltissimo alla presenza del Tevere, il suo mitologico fiume, fonte di disgrazie (come potete approfondire qui) ma anche di prosperità e ricchezza. A volte mi capita, durante un mio tour, di passare per il Ponte Sublicio. E subito rimarco quanto una struttura del genere, un ponte, sia stato fondamentale per lo sviluppo della città.
Ci narrano le fonti antiche, come Tito Livio ad esempio, che il Ponte Sublicio fosse stato costruito addirittura da Anco Marzio, quarto Re di Roma (siamo nel corso del VII secolo a.C.) o anche dal suo predecessore, Tullio Ostilio. Secondo altri, questo primo ponte completamente in legno fu realizzato dalle popolazioni che abitavano la sponda destra del Tevere, dove oggi sorge il rione Trastevere. Popoli e tribù che nulla avevano a che fare con Roma il cui pomerio e centro nevralgico si stanziava sulla sponda sinistra, dove oggi c'è l'area del Foro Boario ed i colli Palatino e Campidoglio. Ciò che davvero lascia pensare è il simbolo che il Ponte Sublicio rappresenta: esso è un passaggio, un collegamento ed un'apertura di Roma al mondo esterno, a ciò che c'è oltre il centro sacro dedicato a Giove da cui i Romani si sentivano protetti. Il Tevere era un confine fisico e sacro, un confine tra urbs e rus, tra città e campagna, tra civiltà e inciviltà. Costruire un ponte, quando Roma era ancora un semplice villaggio, voleva dire aprire nuove vie commerciali, incontrare nuove popolazioni, portatori di nuove idee e culture. Lo stesso Tito Livio, infatti, ci informa che il re Anco Marzio decise “di estendere il controllo (…) per comodità fece costruire un ponte di legno, allora il primo fatto sul Tevere”. Ovviamente poi, il Ponte Sublicio rappresenta anche il primo viatico per muovere guerra contro chi stava accanto all'Urbe. Fu da qui che i Romani si difesero contro gli Etruschi, per poi attaccarli. Fu su questo ponte che l'eroe Orazio Coclite combatté da solo su questo ponte, impedendo ai nemici (Etruschi guidati da Porsenna, amico di Tarquinio il Superbo ultimo Re di Roma che, dopo la sua cacciata, volle riconquistare città e trono) di avanzare e, nel frattempo, comandando ai suoi commilitoni e compagni di distruggere il ponte, così da impedire la presa di Roma. Un sacrificio, quello di Orazio Coclite, che rimarrà negli annali e nei pensieri dei Romani antichi, che lo videro come un fulgido esempio di lealtà, virtus e coraggio.
Da notare come il termine sublicio derivi da sublica, arcaico termine in lingua volsca che sta per assi di legno. Quindi niente di troppo astruso o complicato: semplice legno a fungere da collegamento tra Roma ed il mondo circostante. Un mondo che Roma fu capace di fare suo grazie ad un semplice, piccolo ponte. Il primo di tanti, alcuni ancora oggi in piedi, come il Ponte Milvio, altri costruiti successivamente ma riutilizzando ponti antichi (come Ponte Sisto, come potete leggere qui). Ma tutti hanno un minimo comun denominatore: il primo ponte, il Ponte Sublicio.