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Sapete perfettamente che, passeggiando per la Città Eterna, non si incontrano solamente opere d'arte o monumenti di completa estrazione latina. Dopotutto la Roma di un tempo era una città multiculturale, e diverse etnie o popoli hanno contribuito a renderla ciò che è oggi. Ma tra i simboli di questa simbiosi culturale, soprattutto tra la Caput Mundi e l'antico Egitto, abbiamo i tredici obelischi che svettano nel cielo cittadino. Durante un tour, una passeggiata in centro storico, mi soffermo sempre davanti ad almeno un paio di essi. Uno, in particolare, può attrarre la vostra attenzione…
Infatti tra i tredici obelischi che oggi abbelliscono Roma troviamo quello di Montecitorio, eretto nella città egizia di Eliopoli dal faraone Psammetico II addirittura nel VI secolo a.C., quando Roma era un villaggio praticamente primitivo, senza delle vere mura difensive e con un'estensione assolutamente non paragonabile a quelle che ebbe già dopo un solo secolo di distanza. Un obelisco, per gli antichi Romani, era un grande simbolo di prestigio, poiché rappresentavano quell'antichissimo popolo egizio che, già per i Romani di duemila anni fa, era ricco di fascino e di mistero. Un popolo che Roma riuscì ad assoggettare e, di conseguenza, cosa c'è di meglio di uno dei simboli religiosi più potenti dell'Egitto trasportato all'Urbe per legittimare il proprio prestigio? Così fece anche Augusto, che nel 10 a.C. fece trasportare questo granitico monolite da Eliopoli a Roma, per sistemarlo al centro della sua enorme meridiana pavimentata al suolo, usando l'obelisco come gnomone! Strano destino per un obelisco, il cui nome deriva dal greco obeliskos che significa spiedino... Oggi, ovviamente, questo obelisco non si trova nella sua posizione originale. Probabilmente nel Medioevo, forse nel IX o nel XI secolo, chissà, l'obelisco crollò al suolo. Terremoto o saccheggio? Non lo sappiamo, poiché le fonti non ci consentono di conoscerne meglio la storia.
Ciò di cui sicuramente siamo a conoscenza è che gli enormi pezzi granitici dell'obelisco furono interrati nel corso dei secoli, poiché semplicemente davano d'impiccio. Sarà, però, il pontefice Pio VI alla fine del Settecento a restaurare completamente l'obelisco, posizionandolo dove si trova oggi, di fronte il Parlamento. Intrigante pensare a come fu un pontefice, alla fine, a mettere la parola fine alla storia di un grandioso monumento che rispecchia, ancora oggi, la potenza dell'antico popolo egizio. Come vedete, una storia che attraversa i secoli, sin dall'età egizia per giungere a quella moderna, quando finalmente la Storia e le nostre origini cominceranno davvero ad essere, se non tutelate, quantomeno studiate e desiderate...