
Questa targa commemorativa è affissa sulla facciata di Palazzo Senatorio, sul Campidoglio, sede oggi del Sindaco di Roma. Questa iscrizione, che ricorda un momento storico di fondamentale importanza per la storia della Città Eterna e dell'Italia intera, ci ricorda come a Roma, a volte, è il caso di soffermarsi su ciò che è scritto ed affisso sui palazzi storici per conoscere più a fondo storia e curiosità di una città così ricca come questa. E se ve lo dice una guida turistica locale...
La targa commemorativa in questione, ad esempio, ricorda in particolar modo un evento abbastanza recente che ha profondamente cambiato gli equilibri politici e sociali di questa millenaria città: l’annessione, mediante plebiscito, di Roma al neonato Regno d’Italia. Siamo alla domenica del 2 Ottobre del 1870, poco tempo dopo la Breccia di Porta Pia che sancì la conquista militare di Roma. Il Governo Italiano proclamò l’intenzione di permettere ai cittadini, così come fatto con le altre regioni e città italiane, di scegliere da che parte stare. Se rimanere indipendenti o meno. E la formula scelta, quella che comparve sulla schede usate per votare, fu:"Desideriamo essere uniti al Regno d’Italia, sotto la monarchia costituzionale del Re Vittorio Emanuele II e dei suoi successori".
Da aggiungere anche come il pontefice, che da subito si proclamò prigioniero di guerra, fece numerosi appelli all’astensione, consigliando ai cattolici di non partecipare al voto, abbandonando completamente la vita politica in generale. Si arrivò addirittura a non permettere la votazione nel Rione Borgo, scelta poi in tempo revocata. Il papa dell’epoca, Pio IX, temeva molto il voto, anche perché la sua buona stella ed il consenso popolare erano gravemente collassate dopo alcune esperienze non felici in cui il papa stesso, fuggito da Roma, bombardò la città per ritornare in possesso del suo trono (cliccate qui per saperne di più). Nonostante tutto comunque, ecco quali furono o risultati: il 98,89% fu per il sì, l’1,11% per il no. Un totale di 40.785 romani votò per l’annessione, contro i soli 46 no. Ecco la ragione per cui si parla di plebiscito. In tempi di elezioni o referendum vari, ricordiamoci come ce ne furono alcuni che modificarono radicalmente la nostra storia. Un semplice voto modificò e alterò completamente il volto e la storia di Roma, che passò dall’essere una città a guida teocratica, considerando che il leader religioso, il papa, era anche regnante, ad una città controllata ed amministrata da un Re. Questo perdurò fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando con un altro referendum l’Italia intera decise di abbandonare la Monarchia in favore di una Repubblica.