
Ecco una delle piccole ma speciali chicche della Galleria Doria-Pamphilj, una delle gallerie d'arte più belle di tutta Roma. Dopotutto avere capolavori simili in un contesto così specale come questo palazzo nobiliare non ha davvero prezzo, così come è di immenso valore l'opera d'arte che vedete in foto. Sapete cosa è questo? Una pittura su...pietra!
Ebbene sì, perché gli artisti non lavoravano solo con tele o tavole lignee. A volte, come in questo caso, sì sceglievano materiali meno usuali, e quando ciò accadeva essi erano anche difficili da utilizzare come supporto pittorico. Qui abbiamo un "Paesaggio sul Mar Rosso", ad opera di Antonio Tempesta, un artista nato a Firenze nel 1555 e morto a Roma nel 1630 che riuscì a coniugare l’arte pittorica con l’incisione, due campi in cui fu un assoluto protagonista. Immaginate che il soprannome di tale maestro, molto attivo anche a Roma in particolare sotto il regno di papa Gregorio XIII Boncompagni, era “Tempestino”. Un nome sicuramente sulla bocca di molti, in quanto Antonio Tempesta usava comunque fare la spola tra Roma e Firenze, impegnandosi anche in opere, come in questo caso, in cui riuscì ad esaltare la sua passione per il naturalismo incentrato su scene di battaglie o cacce, temi in cui la molteplicità dei corpi da disegnare e il forte impatto emotivo generato dalle attività in cui le figure erano raffigurate concepirono meraviglie come questa, in cui si ha un forte coinvolgimento emotivo e sensoriale. In questa straordinaria opera d’arte su pietra, infatti, non abbiamo solo una descrizione del paesaggio del Mar Rosso, dato anche dalle colorazioni brunastre e rossastre dei pigmenti utilizzati e della pietra su cui furono applicati, ma una scena molto importante di tutto l’Antico Testamento: l’attraversamento del Mar Rosso ad opera dell’esercito egiziano, il quale fu inghiottito dalle acque che si richiusero di schianto dopo il passaggio di Mosè e degli ebrei. Notate la bellezza dei colori, così accesi ma allo stesso tempo armoniosi, così come la superficie in pietra, levigata con accuratezza, che rende lucidi i colori.
Ma notate anche i particolari ed i dettagli, dai personaggi all'ambientazione, in un profluvio di colori che rendono l’opera di grande impatto visivo, una scena di battaglia e di tensione presa dall’Antico Testamento che, unite alle acqueforti realizzate dal Tempesta sempre su queste tematiche, prese nel suo insieme il nome di “Bibbia del Tempesta”. L’artista fiorentino è riuscito davvero a donarci un piccolo angolo di mondo racchiuso in una cornice dorata, che faceva davvero sognare le persone che lo vedevano. La volontà, infatti, di riprodurre paesaggi, a volte idealizzati ma a volte anche reali, era un modo come un altro per portare la propria mente altrove, come facevano gli antichi romani con le pitture nelle domus. Una mente proiettata interamente ad un episodio biblico famoso e reso con incredibile maestria da un maestro incredibile. Tutto ciò è, dunque, un'ulteriore conferma di quanti siano i capolavori presenti nella Galleria Doria-Pamphilj di Roma, un luogo ricco, certamente, di molte bellezze e di altrettante sorprese (e se volete conoscerna una in più cliccate qui).