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Gianluca Pica
 


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BLOG OF A TOUR GUIDE IN ROME

THE MARBLE BUST DEPICTED COMMODUS

02/01/2019 14:38

Gianluca Pica

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THE MARBLE BUST DEPICTED COMMODUS

At the Capitoline Museums the surprises never fail! And this marble bust depicting Commodus, with its symbolism, will certainly not disappoint...

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Questo è il Busto di Commodo in veste di Ercole, ospitato ai Musei Capitolini. Ecco un ulteriore motivo per visitare questi straordinari musei romani, in cui i capolavori dell'arte antica rendono giustizia all'abilità dei Romani, e non solo.

 

Ma ora passiamo a questo busto, raffigurante il celebre imperatore Commodo. Di lui ci ricordiamo, magari, per essere uno dei protagonisti, in negativo, del film "Il Gladiatore". A parte questo, però, Commodo visse in un periodo, la fine del II secolo d.C., che stava già incominciando a far presagire quello che i Romani vivranno il secolo successivo, che tutto sarà meno che prospero, felice e stabile. Dopo un secolo di espansione e non solo, già con Commodo qualcosa cominciò a scricchiolare ed il popolo, da sempre molto volubile, cominciava un poco a rumoreggiare. Anche per questo Commodo decise di mostrarsi nei suoi ritratti ufficiali, come un uomo duro, deciso e forte, capace di guidare l’Impero sempre, in particolar modo nei momenti di difficoltà. Qui lo vediamo con la sua folta barba addirittura in veste di Ercole! Un eroe sicuramente molto conosciuto a Roma, con un culto antichissimo e particolarmente seguito. Aveva scelto bene, il nostro Commodo. Dopotutto aveva anche bisogno di farsi perdonare, poiché dopo un iniziale successo e popolarità, la presa sul popolo di Roma andò a poco a poco scemando. Tanto per avere un'idea lo storico Erodiano scrisse di come "il popolo romano non guardava più a Commodo con benevolenza, ma anzi attribuiva la causa delle ininterrotte disgrazie alle sue uccisioni indiscriminate e alla sua indegna maniera di vivere". Doveva recuperare credibilità il nostro imperatore, e questo busto in marmo ci dimostra il suo tentativo. L'arte, in questo caso, viene applicata alla propaganda politica, un concetto peculiare nel modo di fare arte da parte degli antichi Romani.

 

Quale, dunque, migliore occasione e modo per sottolineare la propria forza, non solo fisica, se non essere assimilato al celeberrimo semidio capace di portare a termine 12 terribili fatiche? Gli attributi, dopotutto, sono lampanti: abbiamo la grande clava, arma preferita di Ercole, così come la cosiddetta leontè (la pelle di leone sul capo di Commodo, dolce trofeo che Ercole prese dopo aver sconfitto il temibile Leone di Nemea), così come le mele che Commodo tiene sulla mano sinistra (Esperidi, frutti magici che Ercole, con molta fatica, riuscì a conquistare). Insomma, tutto qui dimostra e sprigiona fierezza, potenza, possanza, saldezza e forza. Sembra quasi, nel nostro immaginario, anche una specie di gladiatore (e sappiamo bene come Commodo amasse moltissimo i ludi gladiatori, talmente tanto da scendere personalmente nell’arena, senza mai perdere...). Questo, però, è il segreto dell’arte romana, soprattutto quella a carattere pubblico: si deve mostrare ciò che si vuole davvero veicolare al proprio osservatore e pubblico, con estremo realismo e naturalismo. Il volto di Commodo è la sua perfetta copia. Non vi sono idealizzazioni o trucchi, come su Photoshop. Commodo deve essere riconoscibile in tutto e per tutto, ed è il suo volto, il suo vero ritratto, che deve fissare con fierezza ciò che di fronte. Non è entusiasmante?

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